Chirurgia traumatologica maxillo-facciale

La chirurgia maxillo-facciale si occupa di varie patologie che riguardano il distretto testa-collo e le disfunzioni articolari ed estetiche del viso e dello scheletro facciale. La chirurgia traumatologica maxillo-facciale interviene in quei casi in cui il cranio e l’ encefalo sono colpiti da un urto talmente forte da scomporre e danneggiare le ossa dello scheletro facciali.

chirurgia-traumatologica-maxillo-faccialeSpesso capita a seguito di incidenti stradali dove l’ intervento del chirurgo maxillo-facciale, come l’esperto Evaristo Belli, deve essere più che mai tempestivo, al massimo entro 15 giorni dall’accaduto prima che le fratture possano calcificarsi e fissarsi in modo errato. Spesso la vera deformazione viene nascosta dai edemi ed ematomi che non danno la possibilità al chirurgo di definire la lesione.

Le fasi della ricomposizione delle fratture facciali
Le fasi del trattamento delle fratture facciali si possono definire in tre passaggi fondamentali che sono detti : esposizione, riduzione e contenzione.
L’ esposizione consiste nell’incidere ed esplorare le mucose e la cute per verificare l’ effettiva entità del danno. Per evitare antiestetiche cicatrici il chirurgo accede alle zone interessate da punti non visibili del cranio. La riduzione è l’ intervento effettivo con cui il chirurgo maxillo-facciale ricompone la frattura riposizionando nella loro sede naturale le ossa come erano in origine. La contenzione è la stabilizzazione delle fratture con l’ ausilio di viti osteo-compatibili e con delle placche. Tale operazione non ha episodi postumi di dolore articolare ed è altamente tollerata.

Tipologia di traumi maxillo-facciali
La chirurgia traumatologica maxillo-facciale trova impiego in diversi casi di lesioni del cranio che come detto possono dipendere da incidenti stradali, ma anche da percosse, cadute accidentali o incidenti sportivi. Le fratture possono essere isolate o combinate e riguardano l’ osso frontale, gli zigomi, l’ osso mascellare o mandibolare, il setto nasale, il mento, le orbite. Si può presentare anche il caso della completa frattura dello scheletro facciale detto anche “fracasso facciale”.
In particolare il trauma dell’orbita o di entrambe può causare la cosiddetta diplopia ossia vista doppia o la perdita totale della vista in caso di lesione del bulbo oculare. In generale i traumi facciali come quello zigomatico si manifestano con estesi ematomi, tumefazioni ed ecchimosi.
Assai pericoloso è la frattura frontale con pericolo di danno alla dura madre e al distretto cerebrale.

Tempi e prognosi della chirurgia traumatologica maxillo-facciale
L’ intervento del chirurgo maxillo-facciale deve essere sempre tempestivo in quanto si tratta di lesioni in una parte estremamente importante del corpo, il cranio e il viso. La velocità dell’intervento deve servire principalmente a ricomporre in modo adeguato il trauma prima che le ossa acquisiscano un errata posizione e diano problemi funzionali (capacità di masticare e normale campo visivo). Un ulteriore motivo è il mantenimento delle sembianze originarie del paziente. La prognosi dipende dalla gravità della lesione che raramente risulta fatale, esclusi traumi gravi respiratori o imponenti emorragie. L’ approccio al paziente da parte del chirurgo traumatologo deve essere comunque multidisciplinare viste le importanti aree fisiologiche interessate.